[RECENSIONE] WET
Genere: Azione
Sviluppatore: Artificial Mind and Movement
Distributore: Atari
Lingua: Italiano
Giocatori: 1
Piattaforma: PS3/XBOX
Disco blu-ray | PSN: Disco
Data di uscita: 18 settembre 2009
Sito ufficiale: Wet
INTRODUZIONE – Grandi intenti, scarna realizzazione…
Probabilmente l’intendo degli sviluppatori di “Wet” era combinare lo stile cinematografico tarantiniano con il genere shooter condito da qualche sequenza platform. Così descritto verrebbe da pensare che “Wet” sia un titolo molto valido e imperdibile per gli amanti degli action ma in realtà le ombre sono davvero molte e già dopo poche ore di gioco l’amarezze per un’ennesima occasione sciupata si insinua inesorabile.
LA TRAMA – Vendetta splatter
Rubi Malone è una “tuttofare”, per usare un eufemismo, che tempo fa ha procurato letteralmente un cuore ad un boss della mafia sottraendolo ad un trafficante di organi.
Tempo dopo lo stesso boss, William Ackers, presentò una nuova missione a Rubi: recuperare il figlio a Hong Kong. Il recupero andò per il meglio ma il pattuito non venne rispettato, così, dopo essersi ripresa da una ferita mortale, Rubi iniziò la sua personale vendetta per venire poi a conoscenza dell’inganno cui è stata oggetto.
Lo stile narrativo può vantare un taglio cinematografico ed una ambientazione in piene stile tarantiniano, con tanto di pellicola difettosa che si ritira nella bobina, molto riuscito sebbene la trama narrata sia molto ordinaria limitandosi a colpi di scena più o meno prevedibili.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=UJnE-G5QVDo[/youtube]
IL GAMEPLAY – Un po’ ripetitivo
“Wet” è fondamentalmente uno shooter in terza persona privo della modalità puntamento, la quale è soppiantata dalla possibilità di compiere acrobazie, non certo comuni, in bullet time per far fuori i nemici. Sebbene l’espediente “tempo rallentato” sia sempre gradito, l’assenza della modalità copertura rende il normale incedere molto confuso nonché frustrante per la presenza di molti nemici bene armati e coriacei specie a livello di difficoltà più elevato. Il titolo presenta anche diverse sequenze platform, che si pongono come intermezzo fra una sparatoria e l’altra, e sequenze in quick time event per completare scontri corpo a corpo o arrampicate.
La modalità bullet time si attiverà automaticamente nel caso Rubi salti, cammini sui muri o scivoli sulle ginocchia (ognuna di queste azioni è attivabile con un tasto dedicato). Queste “capacità” possono essere alternate dall’utente in base al personale piacimento.
Il gameplay si basa su altre due caratteristiche.
La prima è “Sfida nell’arena”, si tratta di una sequenza in cui saremo bloccati in uno scenario chiuso nel quale dovremo attivare degli interruttori di numero variabile per bloccare le relative porte e con esse l’afflusso di nemici, fatto questo dovremo ripulire l’area dagli avversari rimasti.
La seconda è “Modalità collera”, si attiverà in determinati momenti quando il viso di Rubi si macchierà completamente del sangue dei nemici, in questo stato vedremo tutto rosso, la nostra vita si rigenererà più velocemente e i nostri colpi saranno più letali.
Le armi utilizzabili sono le pistole, le doppiette, le mitragliette e le balestre con dardi infiammabili. Ho usato il plurale in quanto, se sparassimo con entrambe le mani libere, quindi non appesi a sporgenze, impugneremo due bocche da fuoco invece di una. Meritevole di menzione è la capacità di Rubi di controllare due mirini (uno automatico e l’altro manuale) in modo da tenere sotto tiro due nemici distinti. Il combattimento corpo a corpo prevede l’utilizzo di una spada samurai, la Katana, uguale a quella adoperata da Uma Thurman in “Kill Bill”.
L’Intelligenza Artificiale in “Wet” è un classico caso di “Deficienza Artificiale”. L’unica tattica dei nostri avversari sarà il numero e la carica a testa bassa, per il resto nulla di nuovo o rilevante.
L’interattività mostra risultati soddisfacenti durante le sequenze acrobatiche, grazie alla possibilità di camminare sui muri o scivolare sui tavoli o altre superfici, ma, dall’altro lato, la distruttibilità è circoscritta a gli immancabili barili di carburante da fare esplodere durante gli attacchi più massicci. L’esplorazione, in un titolo così lineare, è un fattore poco curato ed appagante solo al fine della ricerca dei collezionabili, ovvero, “scimmiette giocatolo”.
IL COMPARTO GRAFICO E SONORO – Altri difetti
Nessun regista è riuscito tanto velocemente a farsi largo sotto i riflettori e ad imporre un modello cinematografico “proprio” come Quentin Tarantino. Il suo stile, che si rifà molto ai B movie italiani ed americani degli anni ’70, trapela in modo massiccio in “Wet”, non solo per via del level desing e dell’impostazione volutamente cinematografica della narrazione ma anche per via della protagonista che molto ricorda la “scatenata” Uma Thurman in “Kill Bill”. Al di là del citazionismo, il comparto grafico di “Wet” non trasmette nulla più: sebbene nel complesso il risultato sia sufficiente, con qualche scorcio buono, il basso livello di dettaglio (evidentissimo nella resa dei nemici, caratterizzati da modelli poligonali quasi solo abbozzati) e i frequenti cali di frame-rate fanno storcere il naso troppo spesso.
Quasi specularmente, il comparto audio, fatta eccezione per alcune musiche della colonna sonora buone e quasi degne di un film di Tarantino (tanto da meritare un 8 nella scheda a fine recensione), si attesta su livelli sufficienti. L’effettistica è anonima e il doppiaggio, interamente in italiano, mostra un evidente ritardo audio/video che inficia il realismo delle sequenze filmate.
LONGEVITA’ E MULTIPLAYER – Prova non superata
La longevità della modalità in singolo, circa 10 ore, si attesta su un livello standard per i giochi del genere action. La rigiocabilità non è per niente un valore aggiunto del titolo a causa dalla ripetitività delle situazione in cui saremo impegnati.
Il multiplayer è completamente assente e, nella visione degli sviluppatori, gli unici stimoli per non togliere il disco dalla console vengono dalla “Modalità sfida”, sbloccabile una volta terminato il gioco a qualsiasi livello di difficoltà. Essa si compone di “Sfide al covo”, si tratta di una serie di percorsi a tempo in cui bisognerà ostentare le capacità acrobatiche di Rubi e colpire dei bersagli per ottenere dei secondi bonus, e “Conteggio punti” con cui potremo rigiocare un capitolo della “Modalità storia” accumulando punteggio in base alle uccisioni acrobatiche eseguite.
La “Modalità sfida”, dall’impostazione molto arcade, non è un contenuto che possa appassionare ogni genere di utente, tant’è che potrebbe dare a noia a breve.
CONCLUSIONI – Nulla di memorabile
“Wet” ha molti limiti: il gameplay è piatto, caratterizzato da una risposta dei comandi imprecisa e una monotonia di fondo (causata della presenza di sole sparatorie e arrampicate molto “guidate”), il comprato tecnico è appena sufficiente per gli standard odierni, la trama è molto ordinaria e la longevità risicata. Le cose maggiormente apprezzabili sono lo stile tarantiniano, che traspare da ogni singola situazione proposta nel gioco, la colonna sonora e le “curve” di Rubi. Per il resto solo noia e frustrazione.
Pro:
– Stile tarantiniano
– Colonna sonora
Contro:
– Ripetitivo
– Risposta dei comandi imprecisa
– Comparto tecnico sufficiente
– Poco longevo
GIUDIZIO
Grafica 6,5
Sonoro 8
Gameplay 6
Trama 6
Longevità 6
Rigiocabilità 5
TOTALE 6,3
Autore: enea83