[RECENSIONE] TURNING POINT: FALL OF LIBERTY

 
 
Genere: Sparatutto, FPS
 
Sviluppatore: Spark Unlimited
 
Distributore: Leader
 
Lingua: Italiano
 
Giocatori: 1
 
Piattaforma: PS3/XBOX/PC
 
Disco blu-ray | PSN: Disco
 
Data di uscita: 21 marzo 2008
 
Sito ufficiale: N.D
 
INTRODUZIONE – Molto rumore per nulla Parte Prima
Nel marzo del 2008 Spark Unlimited lanciava sul mercato “Turning point: fall of liberty”, FPS preceduto da una campagna pubblicitaria in grande stile. Tuttavia, le buone premesse si sciolgono come neve al sole una volta messo il disco nella console: il lavoro della software-house si dimostra sciatto e privo di qualsiasi originalità, tanto da essere utile solo per dimostrare come un gioco NON deve essere realizzato.
 
LA TRAMA – Il bivio
Il 30 dicembre del 1931 Winston Churcill fu investito da un taxi, tale incidente lo condannò a usare per il resto della sua vita un bastone. Ma cosa sarebbe successo se quel taxi avesse ucciso il celebre statista che permise all’Inghilterra di resistere alla furia del terzo Richt quando già l’Europa tutta era in ginocchio?     
Questo è “il bivio” proposto dal  plot narrativo di “Turning point: fall of liberty”. Nel gioco sviluppato dalla Spark Unlimited, Churcill è morto e la guerra è prossima a sbarcare negli Stati Uniti.
Il gioco si apre con l’attacco Nazista a New York e gli Zeppelin a bombardare la città in una scena davvero d’impatto. Il “nostro eroe”, un operaio edile sopravvissuto al crollo della costruzione in cui stava lavorando, si aggiungerà alla resistenza proprio mentre il governo degli USA firmerà la resa. Sarà nostro compito, insieme ai ribelli, resistere all’invasore e scacciarlo.
Sebbene lo spunto narrativo sia davvero intrigante, lo sviluppo di tutta la storia è limitato a poche scene filmate realizzate con il motore grafico che non aggiungono nulla alla trama principale.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=cex7VKswipE[/youtube]

IL GAMEPLAY – Bug e difetti a iosa
“Turning point: fall of liberty” è un FPS che rientra nel più classico run and gun, infatti, non dovremo far altro che sparare ad ogni cosa che si muova percorrendo scenari lineari quasi fossimo su un binario. L’unica variante offerta dagli sviluppatori è l’utilizzo di alcune postazioni fisse, l’attivazione di bombe tramite minigame e il superamento di alcune sequenze platform durante le quali “il nostro protagonista” potrà aggrapparsi a muri, tubi o travi: in tali “scalate” la telecamera passerà dalla prima alla terza persona offrendoci un’ottimale visuale per compiere il passo successivo, tuttavia, “questa variazione sul tema” è proposta pochissime volte. 
Il gameplay fin ora descritto potrebbe anche andar bene se non fosse per una serie irritante di rallentamenti e bug per effetto dei quali finiremo spesso per incastrarci in parti dello scenario o, addirittura, si “incanterà” la modalità puntamento senza riuscire a disattivarla in nessun modo, nemmeno rilasciando il tasto dedicato. A questo si aggiunge il bilancio sul comparto tecnico di cui dirò in seguito.
“Sul fronte” armi la situazione non è drammatica. Sebbene le tipologie di “ferri del mestiere” sia risicata e riconducibile alle categorie pistole, fucili d’assalto, fucili di precisione e granate, si rammenta la presenza di alcune tipiche armi del periodo quali la pistola Mauser, l’MP50, il Gewehr il Thomson e armi di fantasia quali un futuristico (per i tempi in cui è ambientato il gioco) fucile di precisione con mirino a sensore termico.
Oltre alle armi da fuoco è possibile far fuori i nemici grazie ad un attacco corpo a corpo, è sufficiente avvicinarsi all’avversario, schiacciare il tasto “O” e selezionare il tasto “su” o “giù” del d-pad: con il primo l’ostile verrà ucciso con le mani nude, mentre con il secondo verrà usato come scudo umano.
L’IA è, più che un difetto, un buco nero nel codice di programmazione, infatti, ci scontreremo con nemici che altro non sono che semplice “carne da cannone”. Le cose non mutano durante le poche sequenze nelle quali saremmo affiancati da alleati, i quali saranno ricordati solo per immobilismo e incapacità. 
L’interattività si limita a pochi oggetti con cui potremo interagire durante le sporadiche sequenze platform; la distruttibilità ricorre solo quando faremo saltare i rarissimi barili di carburante e l’esplorazione non è contemplata, non solo per via della struttura lineare degli scenari ma anche a causa dell’assenza completa di collezionabili da ricercare.
 
IL COMPARTO GRAFICO E SONORO – Anacronistico
“Turning point: fall of liberty” è l’ennesimo titolo che sfoggia “durante i titoli di testa” il logo del celebre motore grafico unreal engine, tuttavia, i benefici di questa tecnologia non sembrano riscontrabili nel titolo sviluppato dalla Spark Unlimited. Anzi, il freme-rate “ballerino”, il mediocre livello di dettagli, i modelli poligonali approssimativi rendono il titolo in questione un prodotto più simile agli standard dell’old-gen. che non dell’attuale. 
L’insufficienza del comparto grafico è resa disarmante dal character desing dei protagonisti e dal level desing davvero poco ispirato.
Il comparto sonoro è perfino peggiore, per risultati conseguiti, rispetto al comparto grafico. È salvabile solo la localizzazione interamente in italiano, tra l’altro molto approssimativa per sincronizzazione audio/video e per scelta delle voci, mentre l’effettistica delle armi e la colonna sonora sono assolutamente insignificanti.
 
LONGEVITA’ E MULTIPLAYER – È già finito? Meno male! 
Il titolo della Spark Unlimited offre, in termini di tempo, un intrattenimento davvero limitato, infatti, per portare a termine la campagna in singolo a difficoltà “Normale” non saranno richieste più di 4-5 ore di gioco. Sebbene “Turning point: fall of liberty” sia poco longevo, la ripetitività di fondo  avrebbe causato noia maggiore in caso il gioco avesse avuto una durata più elevata, quindi, è probabilmente un bene che questa “avventura” finisca il prima possibile.
Il multiplayer prevede solo due modalità: deathmatch e deathmatch a squadre.
 
CONCLUSIONI – Molto rumore per nulla Parte Seconda
Non è bene fare tanto pubblicità al proprio prodotto se questi non è all’altezza dei palati più raffinati: questa è la lezione che la Spark Unlimited dovrebbe imparare.
Si è già detto dei gravi limiti di questo titolo (trama poco sviluppata, gameplay pieno di bug e basato solo sul run and gun, comparto tecnico old-gen., e longevità risicata), l’unica cosa da aggiungere è il silenzio: non parliamo più di “Turning point: fall of liberty”, non merita oltre la nostra attenzione.
 

Pro:
– Mmmh…ve lo posso dire dopo?

 

Contro:
– Grafica old-gen.
– Comparto sonoro scadente
– Lineare fino all’esasperazione
– Bug a iosa
– Checkpoint troppo distanti
– Poco longevo
 
GIUDIZIO
Grafica 5
Sonoro 4,5
Gameplay 4,5
Trama 6
Longevità 4
Rigiocabilità 3
TOTALE 4,5

 

 

Autore: enea83

 

Questa recensione è stata fatta esclusivamente per PS3ita!

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