[RECENSIONE] TOMB RAIDER: UNDERWORLD
Genere: Azione, Avventura
Sviluppatore: Crystal Dynamics
Distributore: Halifax
Lingua: Italiano
Giocatori: 1
Piattaforma: PS3/XBOX/PC/WII
Disco blu-ray | PSN: Disco
Data di uscita: 21 novembre 2008
Sito ufficiale: Tomb Raider Underworld
INTRODUZIONE – Il nuovo Tomb Raider
“Tomb Raider” è una delle serie più note e fortunate della storia videoludica; essa ha accompagnato gli utenti Sony fin dagli esordi della Play Station One. Alla luce degli ultimi capitoli (“Legend” e “Anniversary”), non particolarmente graditi dalla critica, si era creata una certa aspettativa sulla nuova avventura di Lara Croft. La Crystal Dynamics, fra innovazioni (poche, per la verità) e soluzioni già collaudate, ha confezionato questo “Tomb Raider: Underworld”, il quale, pur presentando aspetti pregevoli, soffre dei mali cronici che affliggono la serie.
Sarà, pertanto, opportuno passare in rassegna tutti i punti cruciali del titolo in oggetto di recensione.
LA TRAMA – Dopo “Legend”
“Tomb Raider: Underworld” si pone come seguito di “Tomb Raider Legend”. In quest’ultimo, dopo una serie di missioni in mezzo mondo, Lara aveva appreso che la madre, ritenuta morta in seguito ad un incidente aereo, era in realtà viva ma imprigionata in una altra dimensione chiamata Avalon.
In “Underworld”, Lara proseguirà la ricerca della madre basandosi sulle ricerche del padre sull’ubicazione di Avalon. Tuttavia, la nostra “eroina” scoprirà presto che Avalon fa gola a molti, in particolar modo ad Amanda (un’altra conoscenza di “Legend”), la quale da “vecchia” amica si è ora tramutata in perfida rivale.
Dopo la prima missione nel Mar Mediterraneo, Lara scoprirà che per poter accedere alla porta dimensionale che conduce ad Avalon sarà necessario un manufatto: il martello di Thor, inizierà, così, la lunga ricerca…
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IL GAMEPLAY – Famigliare, sia nei pregi che nei difetti
Avviando “Tomb Raider: Underworld” noteremo immediatamente una certa familiarità: infatti, la schermata di gioco, così come i comandi, richiamano da vicino “Tomb Raider Legend”, ovviamente, il titolo può vantare notevoli potenziamenti rispetto al capitolo precedente.
In questo atto delle avventure di Lara saremo impegnati sopratutto, così come vuole la tradizione, in elaborate sequenze platform ma anche in saltuarie sparatorie.
Le sequenze platform, oltre al classico repertorio, potranno vantare “l’arrampicata da ragno”, con la quale Lara potrà scalare pareti rocciose o qualsiasi altra cosa offra sporgenze a sufficienza. Tuttavia, proprio durante le lunghe esplorazioni dello scenario alla disperata ricerca del prossimo appiglio giusto, noteremo, inevitabilmente, il maggiore limite di questo titolo: la telecamera. Infatti, la visuale di gioco, seppur mobile e regolabile con lo stick analogico destro, spesso è molto limitata e ci costringerà all’odiosissimo “salto nel vuoto”: ovvero un balzo alla cieca sperando di essere assistiti dalla fortuna (non è proprio il massimo, lo so). Un altro difetto è costituito dai molteplici bug (la protagonista tende a incastrasi in pari dello scenario), dai movimenti a scatti e innaturali di Lara (a volte, davvero fastidiosi).
Le sequenze platform sono completate dai classici puzzle, cioè la necessità di risolvere enigmi legati al funzionamento degli antichi meccanismi incontrati dalla “nostra” Archeologa per poter accedere a nuovi scenari di gioco. La celebre difficoltà dovuta alla risoluzione di questi puzzle è abbassata in “Underworld” grazie alla possibilità di accedere, con la pressione del tasto “Select”, al PDA, nel quale potremo, tramite l’apposita voce, leggere la soluzione dell’enigma.
Le sparatorie si renderanno necessarie per sbarazzarci dagli scagnozzi di Amanda e dalla fauna ostile (tigri, iguane giganti, ragni, pipistrelli, squali…), come al solito il sistema si basa sul puntamento automatico (con il tasto L2) e le munizioni infinite: è ovvio che queste brevi sequenze shooter non siano, propriamente, il punto forte del titolo, tuttavia, anche in questo ambito è stata introdotta una novità, ovvero, l’attacco corpo a corpo (con il tasto “Triangolo” potremo sferrare un calcio al nemico avvicinatosi troppo).
Le armi in nostro possesso sono identiche a quelle già viste in “Legend”, quindi, le pistole, mitragliette, fucili d’assalto e granate.
Le ultime novità da ricordare sono dovute alla possibilità di rallentare il tempo in due circostanze. Nella prima, il bullet time si avvia automaticamente in determinati punti del gioco, specie durante i crolli, in modo da comprendere verso quale direzione avviarci. Nella seconda, potremo noi stessi rallentare il tempo per uccidere i nemici ma sarà necessario adoperare la barra dell’adrenalina, la quale si riempie inseguito agli attacchi portati a segno.
L’IA è abbastanza limitata: non potendoci riparare dietro elementi dello scenario, durante le sequenze shooter saremo costretti ad affrontare i nostri rivali faccia a faccia in una sorta di sparatoria western. Questo è un grave limite del gioco: oggi, praticamente tutti i giochi d’azione in terza persona (addirittura anche gli FPS più riusciti) hanno un sistema di copertura, dal quale, una produzione che punta al raggiungimento di certi standard, non può più prescindere.
L’interattività è, anch’essa, limitata. Con lo scenario non potremo fare un gran che, la stessa esplorazione si limita al ritrovamento di tesori e reliquie sparte qua e là.
Il sensore di movimento del SIXAXIS non trova alcuna applicazione, tuttavia, il gioco è compatibile con la vibrazione del DualShock3.
Durante le fasi di esplorazione, la schermata di gioco non è visibile; questo consente di ottimizzare la visuale generica. Tuttavia, i vari indicatori compariranno quando un relativo parametro muterà: in alto a sinistra saranno visibili due silhouette di Lara (indicanti l’energia vitale e l’adrenalina), l’arma impugnata e le munizioni (solo le pistole hanno proiettili infiniti). In basso a sinistra saranno visibili i medical kit, le armi a disposizione, la fotocamera per zoomare e la torcia, ognuno di questi oggetti è selezionabile adoperando la croce direzionale.
IL COMPARTO GRAFICO E SONORO – Lara in “salsa” next-gen.
Per gli utenti Play Station, in “Underworld” sarà possibile apprezzare per la prima volta Lara Croft in versione next-gen. (gli utenti Xbox360 hanno già assaporato una versione “potenziata” di “Legend”).
Il comparto grafico da ottimi risultati nella realizzazione delle location, esse si presentano ben variegate (passando dagli senari marini, equatoriali a quelli artici, in pieno stile Tomb Raider) e dettagliate. Gli scenari sono dinamici, si apprezza soprattutto la vegetazione mossa dal vento, le mani portate al volta da Lara per proteggersi dai getti di vapore o dalle fiamme e la resa dell’acqua (buona, anche se a volte ha movimenti innaturali).
Il Character desing di Lara è molto curato, si ricorda la possibilità a inizio missione di scegliere il completo da far indossare alla protagonista. Tuttavia, mi sento di muove delle critiche nei riguardi della realizzazione del volto: sebbene esso sia, praticamente, identico alla realizzazione dei precedenti capitoli, risulta, alla luce del lavoro sui recenti videogames, troppo semplice. In titoli recenti è possibile apprezzare le pieghe del volto e le contrazioni dei muscoli facciali a seconda dello stato d’animo del protagonista (pianto, riso, urla…), mentre il volto di Lara è sempre uguale, a limite si apre la bocca quando parla ma nulla di più.
Il comparto sonoro è discreto: l’effettistica fa il suo lavoro decentemente mentre la colonna sonora accompagna adeguatamente le fasi di esplorazione e di narrazione. Si ricorda la presenza di un buon doppiaggio interamente in italiano.
LONGEVITA’ E MULTIPLAYER – Si gioca, ma non molto
Le avventure di Lara Croft in “Underworld” possono essere portate a termine in 12 ore circa, comunque, si tratta di un dato meramente indicativo, in quanto la longevità dipenderà molto dal tempo che impiegheremo per comprendere in che modo risolvere le sequenze puzzle. I livelli di difficoltà sono tre e la rigiocabilità, data la natura del gioco, non è elevatissima.
Il gioco non dispone della modalità multiplayer on-line.
CONCLUSIONI – Si DOVEVA fare di più
“Tomb Raider: Underworld” è un gioco nella norma. Si possono apprezzare qualità nella resa e nella varietà delle location ma il titolo presenta ancora tutti i mali cronici della serie: telecamera e meccaniche di gioco legnose. La scelta da parte della Crystal Dynamics di non stravolgere il gameplay, acquisendolo in massima parte da “Legend”, ha avuto quale conseguenza riproporre gli stessi limiti del brand.
Ritengo, che sia giunto il momento di introdurre massicce innovazioni nella serie in modo da poterla rilanciare nuovamente a certi livelli. Il prodotto finale, così com’è finito sugli scaffali dei negozi, può considerarsi destinato solo ai fan più fedeli di Lara.
Pro:
– Un discreto Tomb Raider
– Bellissime ambientazioni
Contro:
– Telecamera
– Comandi mal calibrati
– Bug
GIUDIZIO
Grafica 8
Sonoro 8
Gameplay 7
Trama 8
Longevità 7
Rigiocabilità 7
TOTALE 7,5
Autore: enea83