[RECENSIONE] EAT LEAD: THE RETURN OF MATT HAZARD

 
 
Genere: Azione
 
Sviluppatore: Vicious Cycle
 
Distributore: Halifax
 
Lingua: Italiano
 
Giocatori: 1
 
Piattaforma: PS3/XBOX/PC
 
Disco blu-ray | PSN: Disco
 
Data di uscita: 8 aprile 2009
 
Sito ufficiale: Eat Lead: the return of Matt Hazard
 
INTRODUZIONE – Fra citazioni e parodie
“Eat lead” non passerà alla storia per il comparto tecnico o per il gamepaly, tuttavia, il lavoro della Vicious Cycle merita di essere provato in quanto offre qualcosa che fino ad oggi non è riscontrabile in alcun altro titolo, almeno non in simile quantità, mi riferisco all’autoironia. Per la prima volta un videogame “prende in giro” il mondo dei videogames grazie ad una trama particolare che offre continui spunti per le citazioni di gradi titoli riproposti in chiave parodistica. 
Alcune sequenze filmante sono così esilaranti che sarà impossibile trattenere le risate specie per un abituè dei videogames.
 
LA TRAMA – “adesso tocca ad Hazar”
Il gioco delle citazioni e della parodia sul mondo video-ludico è il lait motiv di questa produzione, lo si capisce bene dalla semplice trama. 
Matt Hazard è stato il volto noto dei videogames: fin dagli anni 80 (“…in cui mi muovevo in 2 dimensioni con più potenza di fuoco che pixel…”) il protagonista di ogni sparatutto con altissimo tasso di violenza ha avuto il volto di Hazard. La Marathon, software house che sviluppava i giochi con Matt, si è riempita le tasche grazie al suo celebre testimonial. Tuttavia, ad un certo punto Matt decise di mettersi in proprio diventando il protagonista di giochi casual (c’è un palese riferimento a Mario Kart) con risultati disastrosi per effetto dei quali “il nostro eroe” fu costretto a ritirarsi a vita privata. 
La vita da pantofolaio non durò molto, il nuovo capo della Marathon ha deciso di richiamare in servizio Hazard ma gli intenti non sembrano tanto onesti. Infatti, mosso da un puerile rancore, imprigiona Matt in una sorta di realtà virtuale scagliandogli contro ogni sorta di nemico in ogni sorta di scenario. Quindi, gettato nella mischia: “adesso tocca ad Hazard”.
Come già detto le citazioni e l’ironia sono costanti in “Eat lead”. Partiamo dalla cover che ritrae il protagonista armato fino i denti in pieno stile Duke Nuken, proseguiamo con il filmato introduttivo dove vengono citati Bioshock, Resident Evil, Mario Kart, mentre nel proseguo del gioco saranno tirati in ballo anche Halo, Final Fantasy e Max Payne.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=hjTXIABrBks[/youtube]

IL GAMEPLAY – Un po’ “legnosetto”
“Eat lead” è uno sparatutto in terza persona in cui non ci sarà chiesto altro che eliminare “qualsiasi cosa che si muova”. Le meccaniche di gioco prevedono un incedere caratterizzato dalla possibilità di ripararsi dietro ad oggetti dello scenario, un po’ alla “Gears of war”. La modalità copertura è utilizzabile tramite ben tre tasti dedicati: con il tasto “X” ci metteremo a riparo dietro un oggetto, con il tasto “Δ”, e scegliendo la direzione con l’analogico sinistro, potremo spostarci da una copertura ad un’altra vicina e, infine, con il tasto “O” potremo scavalcare la copertura stessa: il sistema, a causa di così tanti tasti dedicati, si mostra molto artificioso e difficile da padroneggiare appieno.
L’espediente della realtà virtuale, nella quale Matt è imprigionato, consentirà continui cambi delle location passando da magazzini a ville, villaggi in stile western, navi e altro. Al pari degli scenari anche i nemici saranno molto diversi spaziando dai semplici “gregari”, a zombi, soldati in armature futuristiche, perfino i programmatori della Marathon e gli immancabili boss. Proprio gli scontri con i boss vanno segnalati per varietà (avremo sia i classici quick time event che sequenze più complicate nelle quali dovremo centrare un determinato obiettivo prima di sconfiggere il nostro rivale) grazie alla quale è possibile interrompere il continuo “corri e spara” di cui è afflitto il gameplay e che, inevitabilmente, finisce per annoiare da metà gioco in poi.
Le uniche particolarità del gameplay sono costituite dalla possibilità di attivare poteri basati sulle forze naturali o potenziamenti. Infatti, uccidendo gli avversari riempiremo una apposita barra grazie alla quale potremo attivare per breve tempo due poteri che consentiranno di ghiacciare o infiammare i cattivi di turno; per quanto riguarda i potenziamenti sono utilizzabili passando sopra un’apposita piattaforma, la quale ci conferirà, sempre per poco tempo, l’invulnerabilità o l’aumento dei danni inflitti.       
L’unica variante “al continuo massacro” richiesto ad ogni livello è l’arma con cui potremo sbarazzarci dei nemici. In “Eat lead” potremo adoperare molteplici “ferri del mestiere”, essi sono la pistola calibro 9mm, la wes 44 revolver, mitragliette, i revolver tipici del western, fucile d’assalto, fucile di precisione, fucile a pompa, pistola e fucile ad acqua (avete capito bene, ad acqua! Tipo superliquidator), pistola e fucile laser.
L’IA è davvero imbarazzante: i nemici non solo sono lenti e impacciati nei movimenti ma perfino si prestano ad un facile bersaglio stazionando in posizioni troppo allo scoperto.
L’interattività è molto risicata, gli unici oggetti dello scenario con cui interagire sono estintori, contenitori del gas e vasi con piante da distruggere al posto dei collezionabili da ricercare. 
L’esplorazione è praticamente nulla a causa di una linearità di fondo davvero stucchevole.
 
IL COMPARTO GRAFICO E SONORO – Citazione old-gen.?
L’impostazione generale del comparto grafico sembra attingere a piene mani dall’old-gen. e nella fattispecie l’architettura spigolosa degli scenari rammenta tanto il mondo di Max Payne. È da capire se questa impostazione sia dovuta ad un intento evocativo oppure all’incapacità da parte degli sviluppatori, alla luce del gioco di citazioni sarei propenso a pensare per la prima opzione. In ogni caso la grafica denuncia effetti particellari scadenti, un livello di dettaglio basso e modelli poligonali fin troppo semplificati, l’unica eccezione è costituita dal character desing di Matt e dei boss.
I risultati raggiunti dal comparto sonoro sono esattamente all’opposto rispetto al comparto grafico. Se l’effettistica non si mostra molto incisiva, lo stesso non si può dire per la colonna sonora molto coinvolgente e ritmata e per l’ottimo doppiaggio interamente in italiano brillante sia per sincronizzazione audio/video che per scelta delle voci.
 
LONGEVITA’ E MULTIPLAYER – Un’avventura telegrafica
L’assenza del multiplayer on-line fa pesare ancor di più la longevità ridotta della campagna in singolo. Infatti, basteranno circa 8 ore di gioco per liberare Matt dalla realtà virtuale nella quale è stato imprigionato. Il titolo, nonostante i trofei sbloccabili, non presenta un tasso di rigiocabilità molto alto, tant’è che una volta finito lo “scaffale” o il mercato dell’usato saranno le destinazioni più probabili.
 
CONCLUSIONI – Potenziale mal sfruttato
Sebbene l’idea di base, cioè realizzare un videogame che prenda in giro il mondo dei videogames, sia lodevole per via dell’umorismo demenziale di Matt Hazard, il risultato finale è appena sufficiente a causa delle gravi lacune del gameplay, del comparto tecnico e della longevità.
Tuttavia, ritengo che il gioco meriti una chance per via della parodia messa su con grande capacità da parte degli sviluppatori. In fin dei conti, “Eat lead” può offrire diverse ore di sano divertimento. Speriamo che un eventuale seguito, ipotizzabile dal finale aperto, possa migliorare i difetti sopra descritti.

 

Pro:
– Parodia riuscitissima
– Spassoso per un po'
 
Contro:
– Gameplay legnoso
– Da metà gioco in poi noioso
– Grafica sufficiente

 

GIUDIZIO
Grafica 6,5
Sonoro 7
Gameplay 6,5
Trama 7
Longevità 5
Rigiocabilità 5
TOTALE 6,2

 

 

Autore: enea83

 

Questa recensione è stata fatta esclusivamente per PS3ita!

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