[RECENSIONE] DEAD SPACE
Genere: Avventura, Survival Horror
Sviluppatore: Visceral Games
Distributore: Electronics Arts
Lingua: Italiano
Giocatori: 1
Piattaforma: PS3/XBOX/PC
Disco blu-ray | PSN: Disco
Data di uscita: 14 ottobre 2008
Sito ufficiale: Dead Space
INTRODUZIONE – Come in un film…
Oggi un videogame non è una semplice “astina” su cui far sbattere una palla (lo è stato ai primordi). Oggi un videogame è, innanzitutto, “uno strumento” affinché l’utente possa vivere delle “emozioni”: per questo motivo è proiettato dentro una storia avvincente costruita con effetti audio/visivi resi con la stessa perizia riscontrabile in un movie di stampo hollywoodiano. I “prestiti” (se preferite l’espressione “contaminazione” o, ancora, “connubio”) fra industria cinematografica e videoludica sono davvero tanti e spesso ben riusciti: questo è il caso di “Dead Space”. Nel titolo della EA possiamo apprezzare lo stesso clima di tensione e brivido presente nel celebre capolavoro del 1979 “targato” Ridley Scott “Alien” con la stupefacente Sigourney Weaver.
“Un clima di tensione e brivido” messo su con espedienti davvero intelligenti capaci di farci saltare sulla poltrona e sussurrare: “…pazzesco sto’ gioco…”.
LA TRAMA – Lost in the space…
La USG Ishimura è una nave spaziale specializzata nella redditizia pratica dell’estrazione mineraria extramondo. L’astronave cade vittima di un blackout delle comunicazioni apparentemente senza spiegazioni. Così, un gruppo di tecnici viene inviato per risolvere il problema, fra di essi si trova l’ingegnere Isaac Clarke.
Da subito le cose si mettono male, l’attracco è difficoltoso e presto degenererà nella distruzione della nave di Isaac, il quale, separato dagli altri tecnici superstiti, dovrà attraversare mezza nave per venir fuori dai guai. Il tutto risulta complicato dalla presenza dei necromorfi, così definiti dall’ufficiale medico della Ischimura, esseri umani mutati in abomini a causa di un meccanismo alieno detto “il marchio” rinvenuto nell’area di estrazione mineraria. Questi esseri sono assetati di sangue e capaci di materializzarsi dal nulla sfruttando i condotti di aereazione.
Così, sperduto nello spazio remoto, da solo, in continuo pericolo e braccato da esseri mostruosi, “il nostro ingegnere” dovrà far salva la vita…
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=4DmsDICPnjg[/youtube]
IL GAMEPLAY – Ottima esperienza di gioco
“Dead Space” rientra appieno fra i survival horror in seconda persona (con il protagonista visibile per tre/quarti e spostato leggermente verso sinistra), proprio come “Resident Evil 4”. Ovviamente, non solo la telecamera determina il genere del titolo ma soprattutto le atmosfere: terrificanti, rese magistralmente con un gioco mirabile di luci e ombre e con un comparto audio da brividi a causa dei continui rumori inquietanti in sottofondo. Se non dovesse bastare, ricordiamo che la difficoltà del gioco, un po’ sopra la media, e l’assenza di quantità industriale di munizioni e Medical Kit, contribuiscono a creare un clima di incertezza e consequenziale tensione.
Il genere di missioni a cui saremo chiamati ad adempiere sono diverse e prevedono il raggiungimento di vari punti della Ishimura per la riparazione di pannelli, meccanismi e sistemi che determinano il funzionamento in generale della nave. Tali missioni, le quali prevedono anche sequenze al di fuori dell’astronave, in assenza di gravità o l’utilizzo di un cannone laser (il quale mi rammenta una scena di Star Wars IV – Una nuova speranza) sono caratterizzate dal cosiddetto backtracking: cioè la necessità di tornare indietro su luoghi (quindi scenari di gioco) già esplorati. Questa operazione, grazie alla consultazione di una futuristica mappa in 3d, non provoca affatto confusione nell’incedere naturale del gioco, inoltre consente al titolo della EA di non cadere nella linearità tipica di certi titoli recenti.
L’arsenale del “nostro Isaac” non è certo convenzionale. Trovandoci nel futuro le armi laser dominano la scena, ce ne sono di tutti i gusti: la lama al plasma (una sorta di pistola), la pistola multiraggio (spettacolare!!! Taglia i nemici in due), il fucile ad impulsi (una sorta di fucile d’assalto), il tagliatore (munito di una lama circolare), il raggio a contatto (lancia colpi ad energia), la pistola a campo di forza e il “classico” lanciafiamme. Ogni arma possiede sia un fuoco primario che secondario.
È bene sapere che trivellare di colpi al torace i necromorfi non servirà a niente. Per sterminare gli alieni è necessario smembrarli, staccando arti e testa, in peno stile splatter. Questo modo di agire, insieme ad altri obiettivi, ci consentirà di sbloccare i trofei. Si, avete capito bene, “Dead Space” ha già 49 trofei al momento dell’acquisto nel nostro “fornitore di fiducia”. Non dovremo, quindi, aspettare una fantomatica patch per giocarli: si tratta, indiscutibilmente, di un punto di forza!
Con i tasti R1 o R2 potremo attivare i due attacchi “corpo a corpo”, essi prevedono, rispettivamente, un pugno, ottimo per allontanare i nemici, e un calcio, ideale per sferrare un colpo di grazia verso l’alieno atterrato.
Isaac possiede altre abilità. Mi riferisco alla possibilità di rallentare il tempo, grazie all’utilizzo del modulo di stasi, o di spostare oggetti “con la semplice imposizione delle mani”, grazie al modulo cinetico. Queste capacità torneranno utili per aggiustare varie parti della astronave risolvendo degli enigmi collegati.
Nei vari “locali” delle Ischimura troveremo sia schemi, crediti o munizioni adoperabili nei negozi per acquistare nuove armi, medical kit o i rarissimi nodi energetici. Questi ultimi sono utilizzabili nel “terminale: riparazione nano macchine” è servono per potenziare le armi e la tuta del nostro protagonista.
L’IA di “Dead Space” è particolare. I nemici si muovono sfruttando i condotti di aereazione in modo tale da piombarci addosso senza quasi essere visti, in questo sono molto bravi. Le loro movenze variano a seconda del tipo di avversario: ci sono quelli dall’incedere lento e quelli ultraveloci. La loro tattica sarà di piombarci addosso per azzannarci, sta a noi impedirlo utilizzando l’arsenale a nostra disposizione e gli attacchi corpo a corpo. >L’interattività con l’ambiente è nulla. Non si possono apprezzare gli effetti delle armi da fuoco sullo scafo della nave, probabilmente perché si tratta di armi laser. Gli unici elementi con cui interagire sono delle casse, caratterizzate da una luce verde, le quali possono essere frantumate per recuperare il contenuto. L’esplorazione dell’ambiente si limita al ritrovamento di file audio e video sparsi per gli scenari.
“Dead Space” è compatibile con la vibrazione del Dual Schok 3 ma non con il sensore di movimento, il quale non trova alcun utilizzo.
La schermata di gioco è integrata nella tuta del “nostro ingegnere”, nella quale potremo vedere una barra verticale verde suddivisa (salvo potenziamenti) in quattro segmenti indicante l’energia vitale e, appena a sinistra, un semicerchio indicante il livello di stasi. Il numero di munizioni è visibile in modalità puntamento. Una schermata così sviluppata consente di ottimizzare la visuale di gioco.
IL COMPARTO GRAFICO E SONORO – Come ti creo il terrore!
Il comparto grafico di “Dead Space” è un prodotto raffinatissimo della next-gen., difatti, la qualità e la fluidità delle immagini sono da lasciare a bocca aperta. Il già menzionato gioco di luci ed ombre crea un’atmosfera da brivido, consentendo ai nemici di avvicinarsi quasi senza essere avvistati ma, contemporaneamente, senza compromettere la giocabilità.
Il character desing del protagonista è molto particolare, infatti, Isaac indossa una tuta che ricorda una sorta di “palombaro dello spazio”, mentre alcuni abomini alieni rammentano le creature amorfe di “La Cosa” del “signore del terrore” John Carpenter.
In questo titolo, fatta eccezione per la sequenza iniziale e quella finale, in cui vedremo finalmente “il nostro eroe in faccia”, non ci sono cutscene. La costruzione della trama è affidata a proiezioni olografiche in 2d e al ritrovamento di file audio, contenenti il diario di bordo dei vari ufficiali.
Il comparto audio contribuisce al “clima da brivido” grazie a un campionario di rumori e grugniti in sottofondo, spesso preludio di un attacco imminente. È, inoltre, presente un doppiaggio in italiano ben fatto: le voci sono adatte alle controparti virtuali e lo sift audio/video è quasi impercettibile, unica pecca è la scarsa varietà dei dialoghi (tutti sulla falsa riga del “maledizione, ce li ho addosso”, o “maledizione, lo devi riparare Isaac”, o, ancora “maledizione…”).
LONGEVITA’ E MULTIPLAYER – Ne voglio ancora!
Una pecca c’è, lady and gentleman, non posso ometterla. Si tratta della longevità. La campagna single player si attesta sulle 12 ore circa, esattamente nella media. L’assenza del multiplayer non permette di prolungare l’esperienza di gioco. Se si vuole continuare a dilettarsi con “Dead Space”, l’unica via da percorrere, una volta finito il gioco, è di rigiocarlo, magari per completare tutti i trofei o acquisire tutte le armi (cosa non possibile in un’unica partita a causa della scarsità di crediti). La rigiocabilità è alta, anche perché i nemici si spostano adoperando i condotti di aereazione e non sono mai nello spesso punto, quindi offrono situazioni sempre diverse; ma è anche vero che non affascina tutti gli utenti. Molti una volta finito il gioco, anche una sola volta, lo ripongono nello scaffale o lo vendono del tutto. Sarebbe un peccato se questa sorte toccasse a “Dead Space”.
CONCLUSIONI – Quel capolavoro che non ti aspetti…
Sebbene “Dead Space” avesse fatto intravedere, nelle varie anteprime, premesse interessanti, molti non pensavano che il risultato finale potesse essere così riuscito. EA ha sfornato un survival horror di primissimo livello, al quale sarà affiancato un seguito già in lavorazione.
Il gameplay, le atmosfere, la trama, gli effetti audio/video, sono tutti elementi di forza di questo titolo, miscelati con sapienza e capacità da parte del team EA Redwood Shores. A tutto questo si aggiungono sequenze davvero innovative ed esaltanti, quali le fasi in assenza di gravità oppure all’esterno dell’astronave Ischimura.
Il mistero dello spazio e della vita aliena trovano una chiave di lettura fanta-horror in quello che Dario Argento ha definito: “il gioco più terrificante e spettacolare dell’anno”.
Acquisto obbligato per i fan del genere e per chi è alla ricerca di emozioni forti. Ma attenti, nello spazio profondo potreste trovare la morte…
Pro:
– Atmosfera
– Trama
– Effetti audio/video
Contro:
– Prima o poi finisce
GIUDIZIO
Grafica 9,5
Sonoro 9,5
Trama 9
Gamplay 9,5
Longevità 7
Rigiocabilità 9,5
TOTALE 9
Autore: enea83