[RECENSIONE] LEGENDARY
Genere: Sparatutto, FPS
Sviluppatore: Spark Unlimited
Distributore: Atari
Lingua: Italiano
Giocatori: 1
Piattaforma: PS3/XBOX/PC
Disco blu-ray | PSN: Disco
Data di uscita: 6 novembre 2008
Sito ufficiale: N.D
INTRODUZIONE – Ricadendo sugli stessi errori
Nel marzo del 2008 il team di sviluppo Spark Unlimited lanciava sul mercato “Turning point: fall of liberty”: FPS preceduto da una campagna pubblicitaria in pompa magna e che lasciava ben presagire. Invece, alla resa dei conti, il titolo si mostrò deludente a causa del plot narrativo, che dopo le premesse, si smarriva irrimediabilmente, del comparto tecnico anacronistico, dell’IA praticamente inesistente e della longevità risicata.
Nel novembre 2008 la Spark Unlimited sembra aver bissato il “fiasco” con “Legendary” ripetendo, nella sostanza, tutti gli errori appena menzionati per “Turning point: fall of liberty”, tuttavia, è possibile scorgere qualcosa di diverso all’orizzonte: l’alba di un cambiamento?
LA TRAMA – Pandora, Pandora, quando imparerai?
Il primo punto debole di “Legendary” è la struttura narrativa. Infatti, non sembra casuale che il prologo sia avviabile tramite una apposita voce del menù d’avvio, mentre iniziando una nuova partita non assisteremo ad alcuna sequenza introduttiva essendo subito proiettati nell’azione con la stessa trama messa in secondo piano.
Comunque, il promettente incipit riprende l’arcinoto mito di Pandora. Costei aveva ricevuto in dono da Zeus l’omonimo vaso con la richiesta che non fosse mai aperto, tuttavia, Pandora, a causa della sua inaudita curiosità, infranse il giuramento liberando sulla Terra, fino ad allora perfetta esattamente come un paradiso, tutti i mali esistenti.
Qui finisce il mito ed inizia la storia narrata dalla Spark Unlimited. Nel corso dei secoli il vaso di Pandora fu conteso da innumerevoli Imperi che mossero guerre sanguinarie per possederlo finché una società segreta, nota come “Consiglio dei 98”, lo trovò e lo nascose in modo che perfino le generazioni successive appartenenti all’ordine non seppero l’ubicazione.
Nel XXI secolo dei cacciatori di tesori ritrovarono il manufatto infondo all’Oceano e non sapendo cosa fosse lo portarono nel museo di New York City. La notizia del ritrovamento si limitò ad un trafiletto sui quotidiani ma fu sufficiente affinché l’appassionato di antichità LeFey, leader dell’organizzazione “Ordine oscuro”, identificasse l’oggetto e mandasse noi, interpreti di Charles Deckard a prelevare il vaso di Pandora. LeFey era consapevole della venialità del criminale in carriera Deckard, proprio per questo lo scelse per la missione: per manipolarlo subdolamente…
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IL GAMEPLAY – Run and gun
“Legendary” rientra a pieno fra gli FPS di vecchio stampo che propongono un “classico” run and gun. Non è un caso che durante gli otto capitoli che compongono l’avventura l’unico cosa che ci sarà chiesta di fare è trivellare di colpi nemici di ogni sorta continuando a “correre e sparare” in scenari rigidamente lineari quasi fossimo su un binario senza alcuna variante al ritmo di gioco quale avrebbe potuto essere una sequenza con postazioni fisse o con dei veicoli: questo è il peggior difetto del titolo in questione, specie in un periodo in cui perfino gli FPS propongono scenari ampi, con molteplici soluzioni o addirittura strutture free-roaming in cui muoversi liberamente.
Al di là della cronica linearità di “Legendary”, gli scenari danno prova di una discreta varietà delle location spaziando da New York (si ricorda il museo, Times Square e la metropolitana), a un cimitero, Londra (Big Beng e Parlamento fanno parte della corsa!) e il gran finale di nuovo nella Grande Mela. A questa varietà di ambientazioni non corrisponde una diversificata azione di gioco in quanto qualsiasi nemico, perfino i boss, è eliminabili solamente con quintali di piombo, quindi senza applicare strategie in particolare o interagendo con parti dello scenario.
La principale particolarità del gameplay è la nostra mano. Infatti, fin dall’inizio, cioè dall’apertura del vaso di Pandora ad opera di Deckard, la nostra mano sinistra verrà marchiata con uno strano simbolo ed acquisirà particolari abilità. Innanzitutto, dopo aver eliminato un nemico potremo assimilare la sua “energia spettrale” che si presenta sotto forma di sfera luminosa; tale energia servirà per ripristinare la nostra energia vitale, per rilasciare impulsi (utilizzabili per spazzare via oggetti o far materializzare nemici che si muovono in altri piani spaziali) o per attivare determinati congegni meccanici.
Parte minoritaria del gioco prevede il bay-pass dei sistemi di sicurezza elettronici per aprire porte altrimenti precluse: l’operazione si limita a tenere premuto un singolo tasto dedicato all’azione senza introdurre alcun mini-game o altro per la riuscita dello scasso.
Le armi adoperabili rientrano appieno fra le classiche categorie riscontrabili in qualsiasi videogame: potremo fare a pezzi gli avversari con un’ascia, con la pistola, fucile a pompa (mai così utile, specie contro i Lupi Mannari), fucile d’assalto, fucile di precisione e fra le armi da lancio ricordiamo le bombe a mano e le molotov.
Un merito lo riscontriamo nella varietà dei nemici, infatti dovremo aver ragione di mostruose creature infuocate che rammentano dei cani rabbiosi, i Nari (sorta di Gremlins capaci di smaterializzarsi), Lupi Mannari, ragni “kamikaze”, Minotauri, Grifoni, i soldati dell’Ordine oscuro agli ordini di LeFey e alcuni boss davvero imponenti come un Golem e un Kraken.
Se la varietà dei nemici è buona lo stesso non si può dire per l’Intelligenza Artificiale, troppo spesso creature e soldati risultano statici e a volte si incastrano in parti dello scenario consentendo un’eliminazione estremamente semplificata.
L’interattività è ridotta all’osso, la distruttibilità si limita a pochi oggetti dell’arredo ed infine l’esplorazione, a causa della rigida linearità degli scenari, offre come unica sfida ritrovare delle “schede dati”.
IL COMPARTO GRAFICO E SONORO – Unreal engine 3? Ne siamo sicuri?
Sebbene fra i titoli di testa ad avvio game imperi il logo Unreal engine 3, provando “Legendary” si rimane basati di come si possa sviluppare un gioco con un motore grafico dalle potenzialità praticamente infinite e al contempo non sfruttarne nessuna. Il livello di dettaglio è basso con scenari semplificati fino all’eccesso, i modelli poligonali approssimativi, gli effetti particellari poco riusciti (unica eccezione è l’acqua che comunque risulta molto statica e per nulla interattiva) e il character desing, perfino quello del protagonista, decisamente poco ispirato.
Se il comparto grafico, appena sufficiente, non riesce a soddisfare i canoni della next-gen., risultati migliori si riscontrano nel comparto audio. Se l’effettistica e il doppiaggio, interamente in italiano, non aumentano e nemmeno diminuiscono il valore del gioco, la colonna sonora è più azzeccata riuscendo ad adattarsi adeguatamente al ritmo del gioco nelle varie situazioni che si avvicendano: incalzante nelle fasi concitate e lenta nelle sequenze “più ragionate”.
LONGEVITA’ E MULTIPLAYER – In singolo breve e il multiplayer accessorio
La campagna in single player ha una longevità molto ridotta e stimabile sulle 8 ore circa a seconda delle capacità dell’utente. È possibile selezionare tre diversi livelli di difficoltà (Facile, Normale, Esperto), i quali si dimostrano ben calibrati; se settato al massimo può impegnare notevolmente specie da metà gioco in poi. Il titolo non offre molti stimoli per innalzare il tasso di rigiocabilità: si tratta del classico gioco che una volta terminato finisce ad accumulare polvere sullo scaffale.
Il multiplayer si compone di una sola modalità in cui due squadre si misureranno uccidendo i mostri che man mano compariranno nello scenario col fine di recuperare la loro energia spettrale e convogliarla in un apposito dispositivo fino ad attivarlo, la squadra che riesce ad avviare l’attivazione per prima vince.
CONCLUSIONI – Semplice, semplice per chi ha bisogno di una pausa
Se “Turning point: fall of liberty” aveva dato prova di forte immaturità da parte degli sviluppatori, “Legendary”, nonostante alcuni errori evidenti quali un’interpretazione stagionata del genere FPS fatto solo di run and gun, mostra qualche segnale confortante, su tutti la varietà delle location. Tuttavia, l’impianto generale risulta ancora troppo anacronistico rispetto agli standard della next-gen.
Ciò non toglie che l’uscita di grandissimi giochi, molto impegnativi, fra fine 2008 ed inizio 2009 possa aver stremato anche il giocatore più hardcore, il quale, in via terapeutica e del tutto momentanea, può desiderare un titolo distensivo, semplice e rilassante. È in questa ottica che va collocato “Legendary”: come un gioco semplice per chi desideri una pausa ma senza smettere di giocare. Non si tratta né di un capolavoro né di un fiasco colossale ma solo di un titolo sufficiente.
Pro:
– Azione continua e “spensierata”
– Varietà location
Contro:
– Rigida linearità
– Grafica sotto tono
– Longevità ridotta
GIUDIZIO
Grafica 6
Sonoro 7
Gameplay 6,5
Trama 6,5
Longevità 5
Rigiocabilità 6
TOTALE 6,2
Autore: enea83