[RECENSIONE] LAIR
Genere: Azione / Avventura
Sviluppatore: Factor 5
Distributore: Sony
Lingua: Italiano
Giocatori: 1
Piattaforma: PS3
Disco blu-ray | PSN: Disco
Data di uscita: 9 novembre 2007
Sito ufficiale: N.D.
“Lair”, alla vigilia della sua commercializzazione, è stato uno dei titoli più attesi sia per l’uscita esclusiva su PS3, sia per il rivoluzionario gameplay basato quasi esclusivamente sul sensore di movimento del SIXAXIS. Purtroppo le attese spesso deludono le aspettative…
LA TRAMA
La trama di “Lair” è uno dei pochi aspetti positivi del gioco. Difatti, le ambientazioni e i continui colpi di scena, che pian piano sveleranno tutti gli intrighi, creano un certo interesse.
Le vicende narrate hanno per sfondo un mondo devastato da continue eruzioni vulcaniche e sospeso in una sorta di “Medioevo Fantasy” in cui si scontrano due civiltà. La prima è quella di Asylia, stanziata nell’ultimo avamposto fertile, e retta da un fanatico governo religioso. La seconda è quella dei Mokai, più fedeli alla tecnologia delle macchine a vapore che agli dèi. Proprio la fede sarà la causa del conflitto fra le due civiltà, ripreso quando i Mokai attaccarono la città di Asylia durante una cerimonia e prolungato incoscientemente in seguito al massacro della delegazione di diplomatici incaricati di stabilire la pace.
Nel gioco vestiremo i panni di Rohn, un cavaliere celeste al servizio del regno di Asylia.
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IL GAMEPLAY
“Lair” è un gioco d’azione in terza persona. La visuale di gioco sarà caratterizzata dal “nostro protagonista” in groppa al suo drago con il quale dovrà compiere svariate missioni per respingere i Mokai o per distruggere i loro punti strategici.
L’armamentario di cui disponiamo è davvero risicato. Quando il nostro drago è in volo le uniche mosse d’attacco sono la carica e le palle infuocate sputate dalle fauci del nostro rettile. Mentre, quando Rohn, per compiere alcune missioni, dovrà atterrare potrà sempre servirsi delle cariche oppure afferrare e mordicchiare (nonché sputare) i malcapitati soldati nemici.
Nelle intenzioni della Factor 5, la parte più rivoluzionaria del gioco doveva essere il gamepaly basato quasi esclusivamente sul sensore di movimento del SIXAXIS. In effetti, quando il drago è in volo possiamo impartire le direzioni da prendere semplicemente inclinando il joypad (quasi fosse la cloche di un aereo), mentre quando ci troveremo sulla terra ferma il movimento sarà affidato alla levetta sinistra. Il controllo in volo, per quanto possa sembrare divertente (e forse all’inizio lo è pure) presto rivela tutti i suoi limiti: non solo è molto impreciso (si ricorda che l’aggiornamento del software della PS3 dovrebbe migliorare la sensibilità del SIXAXIS, ma non so quanto funzioni!) ma soprattutto nelle fasi in cui sarà necessario misurarsi con gli avversari, il tutto diventerà parecchio concitato e, qualora si riuscisse a superare la missione, si avrà più l’impressione che la fortuna o il caso ci abbiano consentito di trionfare. Quindi non avremo la reale percezione di essere noi a fare quello che vogliamo ma quasi d’essere in balia degli eventi.
Il comparto grafico è un’altra cocente delusione. Da una parte si possono apprezzare i dettagli dei cavalieri e dei loro draghi, ma dall’altra lo scenario è reso in modo grossolano e perfino in un televisore al plasma o LCD la resa dei colori e dei pixel è davvero imbarazzante per un titolo da next-generation.L’audio del titolo, invece, è molto buono. Sia le musiche che gli effetti si attestano su livelli altissimi specie se si possiede un impianto home-theatre. Il gioco è commercializzato con il doppiaggio in italiano. Il lavoro di doppiaggio è molto pregiato sia per la scelta dei doppiatori (idonei per la controparte virtuale) sia per la sincronia fra audio e video.
La longevità è un’ennesima nota dolente. Il gioco si può finire comodamente in sei o sette ore: davvero, davvero, poco. Per quanto riguarda la rigiocabilità, la struttura del titolo prevede una suddivisione in missioni in modo da poterle rigiocate per migliorare il proprio personale punteggio; ma (con un po’ di cattiveria, anche se è tutta giustificata) le missioni fanno già schifo la prima volta, quindi perché rigiocarle?
GLI EXTRA
Gli extra di “Lair”, sbloccabili durante le fasi di gioco, sono abbastanza numerosi e ben realizzati. Infatti, accedendo dal menù del disco potremo guardare il Making of, le gallerie sul lavoro della Factor 5, artwork, trailer o, ancora, ascoltare le musiche del gioco.
CONCLUSIONI
Il gioco è riuscito male. Non lo si può nascondere. La grafica non è da next-gen. (anzi, a volte è davvero imbarazzante), il gameplay è molto limitato, impreciso e la longevità si attesta su livelli bassi. Si salva solo il comparto audio e la trama ma per il resto tutto è migliorabile. Alcuni hanno accusato la Factor 5 di aver lanciato “Lair” troppo presto, forse qualche mese avrebbe giovato allo sviluppo del titolo. In ogni caso, non è un gioco che consiglio per l’acquisto, né a prezzo pieno e nemmeno in supersaldo.