[RECENSIONE] FEAR 2: PROJECT ORIGIN
Genere: Sparatutto, FPS
Sviluppatore: Monolith
Distributore: Cidiverte
Lingua: Italiano
Giocatori: 1
Piattaforma: PS3/XBOX/PC/
Disco blu-ray | PSN: Disco | DLC extra
Data di uscita: 13 febbraio 2009
Sito ufficiale: Fear 2: project origin
INTRODUZIONE – Il sequel è servito!
Il primo “FEAR” si era distinto per un’atmosfera horror con forti connotati cinematografici, per l’esattezza, il modello di riferimento è da cercare in “The ring” (evidente nelle fattezze di Alma) e in “Akira”. Il titolo ebbe un apprezzabile seguito presso il pubblico tanto da giustificare la produzione di un sequel che mi appresto a recensire.
LA TRAMA – Una trama molto articolata
La trama di “FEAR 2”, al pari del primo capitolo, è molto complessa. Cercherò di illustrala brevemente senza cadere in irritanti spoiler.
In “FEAR 2” interpreteremo il sergente Michael Becket, incaricato di fare irruzione nell’attico di Genevieve Aristide ma, una volta dentro l’appartamento, non solo non troveremo il nostro obiettivo ma assisteremo ad una esplosione nucleare.
Dopo l’esplosione, Becket si risveglierà in un ospedale dove dei chirurghi, al soldo di Genevieve, hanno condotto degli ignoti interventi (che ci hanno fornito capacità telepatiche) su tutta la nostra squadra: la Dark Signal. Ben presto la squadra cercherà di riunirsi facendo attenzioni ai soldati comandati dal colonnello Richard Vanek (i quali hanno l’obiettivo di eliminare tutte le prove che riconducono l’esplosione all’ATC) e a terribili creature. Per salvare la pelle, i sopravvissuti della squadra Dark Signal seguiranno le indicazioni di “Pugno di serpente”, un’ignota persona fattasi viva via radio.
Ben presto scopriremo che l’intento di Alma è quello di assorbirci, per impedirlo dovremo potenziare le nostre capacità telepatiche e distruggere il nemico.
La storia è costruita progressivamente durante il corso dell’avventura, grazie a filmati realizzati con il motore grafico del gioco, svelando tassello per tassello gli intrighi in cui Becket è incappato.
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IL GAMEPLAY – Poche novità
“FEAR 2” è un FPS piuttosto classico, il quale si distingue per tre particolarità.
La prima è la tuta che indossa Becket, la quale ci fornisce protezione ed è “riparabile” cercando le “armature” sparse nello scenario.
La seconda è la possibilità di rallentare il tempo, in pieno stile bullect time, per un breve frangente grazie alla pressione del tasto “Δ”.
La terza è la possibilità di ribaltare elementi dello scenario (quali casse, librerie, tavolini) in modo da poterli sfruttare come copertura.
Nonostante le atmosfere tetre, “FEAR 2” non è un survival horror. Non solo perché Becket è armato fino ai denti (e praticamente non resterà mai a secco di proiettili) ma anche perché i nostri nemici saranno prevalentemente i soldati comandati da Richard Vanek (i quali ci metteranno costantemente i bastoni fra le ruote) e solo in pochi casi mostri orribili.
La tipologia delle missioni in cui saremo impegnati propone il medesimo copione costituito da un progressivo avanzare, in scenari molto lineari, facendo fuori ogni cosa che si muove. Questo lait motiv sarà inframmezzato solo da due sequenze in cui guideremo un esoscheletro, due sequenze in cui spareremo da una postazione fissa e dalla risoluzione di banalissimi enigmi ambientali.
Uno degli aspetti più riusciti del gioco è l’arsenale a nostra disposizione. Oltre alla classica pistola, potremo adoperare armi convenzionali quali fucile d’assalto, fucile di precisione, fucile a pompa, oppure armi più originali come la martellatrice (per inchiodare letteralmente i nemici al muro), lanciafiamme, fucile laser e granate (a frammentazione, stordenti, incendiarie e mine). Le armi sono ben dettagliate ma sopratutto efficaci e divertenti da adoperare.
L’IA si dimostra all’altezza: non solo i soldati della ATC sono tosti da uccidere ma sono anche molto veloci e fanno uso di un grande quantitativo di granate per stanarci dalla copertura.
L’interattività è una qualità marginale in un titolo come questo, non a caso sono davvero pochi gli oggetti con cui potremo interagire. Al pari la distruttibilità: quasi inesistente. L’esplorazione si limita alla ricerca di documenti contenenti informazioni e retroscena sulla trama principale.
IL COMPARTO GRAFICO E SONORO – Nella media
Ad inizio gioco vivremo un’allucinazione: cielo arancio, distruzione dappertutto e Alma a puntarci nuda, con il suo style da horror giapponese e il suo passo a scatti davvero inquietante.
Durante questo incipit il comparto grafico si dimostra molto buono, con una gamma discreta di effetti particellari e un livello di dettaglio sopra la media ma, iniziato il gioco vero e proprio, non potremo non notare alcuni difetti come il fram-rate non sempre costante, la qualità di alcune texture non all’altezza, il character desing “spigoloso” dei protagonisti umani e non, la ripetitività e staticità di alcune location.
Tutte queste piccole imperfezioni non consento a “FEAR 2” di raggiungere il top nel comparto grafico e, di conseguenza, di posizionarsi fra i prodotti nella media.
Il comparto sonoro raggiunge gli stessi risultati di quello grafico. L’effettistica delle armi ed ambientale è del tutto nella norma, la colonna sonora è piuttosto originale e contribuisce a costruire le atmosfere tetre (specie duranti le allucinazioni di Becket) e, infine, il doppiaggio, interamente in italiano, si dimostra convincente.
LONGEVITA’ E MULTIPLAYER – Un buona prova
I 14 capitoli che compongono il single player possono essere portati a termine in circa 8-10 ore a seconda del livello di difficoltà scelto e delle capacità soggettive di ogni utente. In ogni caso, si tratta di una longevità un po’ sopra la media per i giochi del genere.
Dal 3 settembre 2009 è possibile scaricare da PSN, al costo di 7,99 euro, quattro nuovi livelli della campagna in singolo. Questo DLC non aggiunge molto alla storia e il prezzo è anche piuttosto alto in rapporto a cosa è offerto ma chi si è divertito giocando “FEAR 2” potrebbe valutare seriamente l’acquisto.
Il multiplayer on-line consente di giocare partite in “Blitz”, “Fronte corazzato”, “Deathmatch”, “Deathmatch a squadre”, “Deathmatch rallentato”, “Attacco e difesa”, “Controlla”. Si tratta delle solite modalità offerte dal comparto multiplayer senza alcuna aggiunta particolare. È doveroso segnalare che “l’anima” di “FEAR 2” è vivibile solo con la campagna in singolo non certo con il multiplayer che snatura l’avventura.
CONCLUSIONI – Mai rivoluzionario ma centra l’obiettivo
“FEAR 2” è un FPS che non aggiunge niente al genere ma, al contempo, si dimostra un sequel molto riuscito. Sorvolando sulla grafica non al top e sulla rigida linearità di fondo è possibile trascorrere diverse ore di sano divertimento con il titolo sviluppato dai ragazzi di Monolith.
Quindi, impugnate le armi e state attenti alle fanciulle ignude con i capelli lunghi: chi avrebbe mai pensato potessero causare tanti danni?
Pro:
– Bella trama
– Belle atmosfere
– Gameplay solido
Contro:
– Grafica migliorabile
GIUDIZIO
Grafica 8,5
Sonoro 8,5
Gameplay 9
Trama 8,5
Longevità 7
Rigiocabilità 8
TOTALE 8,3
Autore: enea83