[RECENSIONE] FALLOUT 3
Genere: GDR/Avventura
Sviluppatore: Bathesda Softworks
Distributore: Atari
Lingua: Italiano
Giocatori: 1
Piattaforma: PS3/XBOX/PC
Disco blu-ray | PSN: Disco | DLC extra
Data di uscita: 30 ottobre 2008
Sito ufficiale: FALLOUT 3
INTRODUZIONE – Dal Medioevale al Post-Atomico
Dopo le atmosfere “medievali” del pluripremiato Oblivion, Bethesda Softworks confeziona un titolo ambientato in un irrazionale mondo Post-Atomico, nel quale facilmente, una volta entrati, non riusciremo più ad allontanarci, vivendo un’esperienza videoludica unica.
Non è facile trovare un gioco così completo: gameplay, grafica, audio, trama, longevità, tutto insomma, è realizzato con perizia estrema. Probabilmente, siamo di fronte a l’unico titolo che realmente vale la cifra assurda di 69,98 euro.
LA TRAMA – L’attacco Comunista
“Fallout 3” ci propone una trama irragionevole e per questo irrealizzabile, ma solo l’ipotesi, campata in aria, che qualcosa del genere possa davvero realizzarsi fa accapponare la pelle ed inquieta nel profondo.
La storia si apre nel 2077, anno in cui la Cina invase l’Alaska causando lo scoppio del conflitto con gli Stati Uniti, quest’ultimi invasero a loro volta il Canada per acquisire posizioni strategiche in vista dello scontro con i Comunisti. Purtroppo, il conflitto degenerò quando le due super-potenze attinsero all’arsenale atomico causando un disastro ambientale su scala mondiale.
Il “nostro protagonista” (personalizzabile per intero sia nell’aspetto che nel nome) nacque, circa duecento anni dopo “l’apocalisse atomica”, nel Voult 101, un immenso bunker in cui pochi eletti si rifugiarono vivendo in completo isolamento rispetto all’esterno, lontani dalle radiazioni e delle creature orribilmente mutate della “Zona Contaminata”.
La vita nel Voult proseguì tranquilla finché nostro padre, unico genitore rimastoci in seguito alla morte di parto di nostra madre, aprì la porta del Voult e scomparve senza alcun motivo apparente. Toccherà a noi metterci sulle sue tracce entrando in contatto con un mondo sopravvissuto “all’apocalisse” ma segnato irrimediabilmente.
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IL GAMEPLAY – Sublime…
“Fallout 3” è un GDR giocabile sia in prima che in terza persona, tuttavia, la visuale in terza persona mostra evidenti limiti sia nella legnosità delle movenze della nostra controparte virtuale sia nello sporadico “effetto pattinamento”, in base al quale “il nostro eroe” scivolerà sullo scenario come fosse su un binario. Non vi preoccupate, si tratta solo di un piccolo neo nel bel mezzo di un lavoro, da parte della software-house, davvero immenso.
Avviato il gioco potremo creare il nostro personaggio e assegnare, adoperando un numero limitato di Punti Esperienza, le caratteristiche basilari. Leggendo libri o continuando a giocare acquisteremo altri PE grazie ai quali potremo innalzare il nostro livello fino al ventesimo: il massimo raggiungibile, salvo patch che, ad oggi, è prevista ad Aprile solo per la versione Xbox360.
Appena fuori dal Voult saremo rapiti dall’ampia linea dell’orizzonte che, specie fra le rovine di Washington DC, consentirà di riconoscere in lontananza i più importanti edifici della città ormai dissestati.
Parlando con i numerosissimi e pittoreschi “individui” che popolano la “Zona Contaminata” potremo avviare le missioni: “tutti hanno bisogno di qualcosa”, proprio per questo anche la minima informazione, sulla strada intrapresa da nostro padre, sarà pagata cara compiendo impresse di ogni sorta. Ricordo solo una per la sua peculiarità: a Megaton (una delle prime città che incontreremo appena usciti dal Voult) una tale Moira Brown ci rivelerà la sua intenzione di redigere un libro intitolato “Guida alla sopravvivenza nella Zona Contaminata”. Il nostro compito? Fare da cavia affinché la Brown possa capire il limite di sopportazione dell’uomo alle radiazioni e, in generale, alle insidie del mondo post-atomico.
Tutta la componente gestionale del gioco è affidata alla consultazione del Pip Boy 3000, si tratta di una specie di computer da polso che riceveremo in regalo per il nostro decimo compleanno. Dal Pip Boy è possibile visualizzare in nostro stato fisico (bisogna sempre tener sotto controllo le ferite gravi che creano menomazioni e il livello di radiazione, il quale andrà abbassato assumendo farmaci, tuttavia l’abuso può creare dipendenze, per guarire dalle quali sarà necessario ricorre all’aiuto di un medico), la mappa della Zona Contaminata, gli obiettivi delle missioni, il nostro inventario, le armi, i medical kit (chiamati stimpack), insomma tutto.
Oltre alla ottima componente gestionale, “Fallout 3” presenta una componente action capace di intrattenere e divertire. Preferendo la visuale in prima persona, il gameplay si configurerà come un classico FPS ma dotato una profondità non comune, la quale si apprezza nel sistema SPAV. Infatti, con la pressione del tasto R1 potremo attivare lo SPAV, esso ci permetterà di selezionare una parte del corpo del nostro nemico (testa, torso, gambe, braccia…), la quale sarà affiancata da una percentuale indicante la possibilità di colpire il bersaglio, e attivando il tasto fuoco, l’azione di gioco si rallenterà, in stile Matrix, avviando una sequenza cinematografica che ritrae “il nostro eroe” nell’atto di sparare al cattivo di turno.
Una prerogativa di “Fallout 3” è la libertà: non solo per via della struttura free roaming del gioco, ma soprattutto per lo sviluppo della trama non lineare. Infatti, ogni missione potrà essere superata almeno in tre modi diversi, in base a quale sceglieremo il nostro karma sarà positivo, negativo o neutro e determinerà il modo con cui potremo approcciarci con la gente.
Si segnalano la presenza di mini-giochi, essenzialmente due, il primo si attiva quando tenteremo di scassinare una serratura (con i due stick analogici controlleremo una forcina e un cacciavite e dovremo ruotarli fino a trovare la posizione giusta per aprire le porte), e il secondo quando tenteremo di scoprire la password dei diversi terminali sparsi nella mappa.
Le armi in nostro possesso sono tantissime e divertentissime da adoperare. Potremo usare sia le classiche armi a proiettili (pistole, mitragliette, mitragliatrici a canne rotanti, fucili d’assalto, fucili da caccia, fucili da cecchino), sia armi ad energia (pistole laser o al plasma, fucili laser o al plasma), sia armi personalizzabili (lancia-tutto, sparachiodi, pistola a dardi, mina da tappo) che possono essere costruite da noi stessi previo ritrovamento degli schemi, degli oggetti necessari e di un banco da lavoro. Superfluo ricordare la presenza di diverse armature che consentiranno di aumentare il nostro livello di forza o di resistenza agli attacchi dei nemici.
I nemici affrontabili sono disparati e, cosa stralodabile, appartenenti a un contesto definito e narrato con una bravura, da parte degli sviluppatori, abbondantemente sopra la media. Oltre alla fauna (mosce radioattive, scarafaggi radioattivi, scorpioni giganti, ratti-talpa, per non dimenticare i temibili Deathclaw), mutata e ostile, dovremo avere la meglio contro i Super Mutanti (nuovo stato dell’evoluzione?), Ghoul (umani esposti a troppe radioazioni), predoni, schiavisti, robot, i soldati dell’Enclave e tanti altri.
L’IA si attesta su buoni livelli: i nemici tenteranno di metterci in difficoltà applicando tattiche accerchianti e vomitandoci addosso fiumi di proiettili.
L’interattività si attesta su livelli decisamente alti, come si conviene per un GDR. Potremo ricercare di tutto (stampelle, forcine, aspirapolvere, tutto serve per qualche cosa) ovunque (negli schedari, nelle scrivanie, nelle librerie, nelle casseforti). Si ricorda che ben venti bamboline, raffiguranti il Voult Boy, sono sparse nell’immensa mappa di gioco, il ritrovamento consentirà di aumentare di dieci punti esperienza una nostra determinata capacità.
La schermata di gioco si presenta molto semplice e facile da consultare. In basso a destra avremo la barra dello SPAV, in basso a sinistra la barra della energia vitale, sotto ad essa avremo la bussola indicante l’obiettivo e i siti nelle vicinanze (quelli scoperti saranno rappresentati con un triangolino pieno mentre quelli da scoprire con uno vuoto). Tutte le altre informazioni necessarie sono consultabili dal Pip Boy.
IL COMPARTO GRAFICO E SONORO
Le particolarissime atmosfere ricostruite da Bethesda Softworks in “Fallout 3” mischiano elementi supertecnologici a uno stile demodé, il quale attinge agli anni 40-50 del Novecento. Si tratta, evidentemente, di un omaggio che gli sviluppatori hanno voluto rivolgere ai capolavori della cinematografia di fantascienza di quegli anni ma non solo, le vicende della torre di Tenpenny richiamano la trama del recente “La terra dei Morti Viventi” di George A. Romero, mentre i completi pank dei predoni richiamano Med Max o le gang del celebre Anime Hokuto no Ken.
Il tutto è supportato da una grafica di primissimo livello, la quale, fatta eccezione per sporadici cali di frame rate, consente all’utente di immergersi nel mondo post-atomico, specie per la già citata linea d’orizzonte ampia che regala scorci d’impatto. Lo scenario si mostra dinamico con variegati effetti particellari, si ricordano i vortici di polvere sollevati dal vento visibili durante le ore di esplorazione della Zona Contaminata. Il character desing è molto riuscito sia per varietà dei modelli (gli schiavi vestiti di stracci, i predoni pank, le armature atomiche, per non dimenticare tutte le varianti di animali mutati e “incattiviti”) sia per livello di dettaglio.
L’audio completa il gioco in maniera perfetta. Non solo la colonna sonora anni 40-50 (la quale riecheggia nelle menti degli utenti anche a console spenta) contribuisce a costruire l’atmosfera sui generis del gioco ma anche l’effettistica delle armi dà prova di un grande lavoro in fase di sviluppo.
LONGEVITA’ E MULTIPLAYER – Un mondo sconfinato per infiniti finali
Se dovessimo limitarci a portare a termine solo le missioni primarie, saremo impegnati per circa 25 ore. Tuttavia, l’universo di “Fallout 3” è talmente sconfinato e coinvolgente che limitarsi a seguire solo la maine quest sarebbe un crimine contro l’umanità denunciabile al tribunale dell’AIA. Ne consegue che adempiere a tutte le missioni (ma proprio tutte, ammesso che sia possibile in una sola vita) ci terrà incollati al pad per non meno di 90 ore di gioco.
L’estrema longevità e incrementata dalla presenza di tre livelli di difficoltà e da un tasso di rigiocabilità altissimo: la possibilità di comportarsi diversamente dinanzi alle varie quest è indice di un andamento non lineare del game, il quale ci condurrà sempre in situazioni diverse affrontabili in base alla nostra volontà.
“Fallout 3” non ha il multiplayer, ma la tanta “carne a fuoco” messa dalla modalità single player non fa pesare l’assenza del gioco on-line.
CONCLUSIONI – Una versione “mutilata” ma ugualmente di alto livello
Sebbene la versione per PS3 sia “mutilata” a causa dell’assenza dei contenuti scaricabili aggiuntivi e per un comparto grafico in tono minore rispetto alla versione per Xbox360, “Fallout 3” rimane un capolavoro assoluto da non perdere. La possibilità di entrare in un assurdo mondo post-atomico, di esplorare una mappa enorme in cui riconoscere i celebri edifici di Washington DC, di abbattere creature mutate in ogni forma e compiere tutte le missioni messe a disposizione dai ragazzi di Bethesda Softworks, ripaga appieno nonostante i limiti sopra riportati.
“Fallout 3” permette di vivere un’esperienza unica ma non adatta a tutti. Non si tratta di un semplice FPS in cui sparare ad ogni cosa che si muove. Si tratta di un GDR in cui sarà richiesto fare delle scelte e programmare ogni mossa per far buon uso delle nostre risorse e uscire fuori da situazioni a limite del sovraumano. È un titolo che va giocato con pazienza ma anche con ostinazione, capace di gratificare e incantare, di far sorridere e sbuffare, di far vincere o perdere: è “Fallout 3”.
Pro:
– Qualsiasi cosa troviate nel gioco
Contro:
– Versione per PS3 “mutilata”
– Misurerete ogni gioco futuro su modello di Fallout 3
GIUDIZIO
Grafica 9
Sonoro 9,5
Gameplay 9,5
Trama 9,5
Longevità 10
Rigiocabilità 10
TOTALE 9,6
Autore: enea83