[RECENSIONE] BIONIC COMMANDO
Genere: Azione
Sviluppatore: Grin
Distributore: Halifax
Lingua: Sottotitoli in italiano
Giocatori: 1 – 8 (in multiplayer)
Piattaforma: PS3/XBOX/PC
Disco blu-ray | PSN: Disco
Data di uscita: 22 maggio 2009
Sito ufficiale: Bionic Commando
INTRODUZIONE – Una forte tradizione
La serie di “Bionic Commando”, sviluppata dalla Capcom, esordì nel 1987. All’epoca il gioco presentava una struttura a piattaforma con la peculiarità del protagonista incapace di saltare e, per questo, costretto ad utilizzare il suo braccio bionico allungabile per giungere altezze altrimenti precluse.
Dopo diversi sequel e prequel, fra i più recenti si annovera “Bionic Commando Rearmed” remake della versione NES, la Grin ha sviluppato l’ultima avventura di Nathan Spencer disponibile per le console next-gen.
LA TRAMA – L’ingratitudine dell’uomo
Nati per risolvere un sanguinario conflitto, gli uomini bionici furono prima considerati eroi e poi, col passare del tempo, visti sempre più con sospetto per via dei loro arti meccanici che li rendevano tanto potenti quanto diversi.
Prima abbandonati dalle persone comuni e poi dai politici, gli uomini bionici furono progressivamente imprigionati e condannati a morte. Tuttavia, quando la sede della civiltà cosiddetta “benpensante”, la città di Ascension City, fu attaccata da un potente attentato terroristico, per risolvere il problema fu scarcerato, non senza un subdolo patto, il primo di questi “uomini speciali”: Nathan Spencer.
Così ci troveremo fra le rovine di una città devastata da una esplosione atomica, con sacche radioattive sparse ovunque, ad assecondare le richieste dell’ingrato di turno.
Dopo un inizio molto promettente, la narrazione scompare per tutta la parte centrale del gioco per fare la sua comparsa solo nel finale con alcune scene filmate davvero ben fatte. Peccato, un’illustrazione tematica più accorta avrebbe giovato al risultato finale.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=RPgZkqzJBQo[/youtube]
IL GAMEPLAY – Un po’ ostico
“Bionic Commando” è un gioco d’azione in terza persona, dall’impostazione decisamente arcade (ben visibile nelle movenze dei protagonisti e da chiare scelte stilistiche), che basa gran parte del gameplay sulle capacità del braccio bionico del protagonista. Infatti, Spencer è in grado di allungare il suo arto fino ad un raggio fisso ed aggrapparsi a gran parte degli oggetti presenti nello scenario (come pali della luce, facciate dei palazzi, insegne, ecc…).
I programmatori della Grin hanno pensato, con un completo tutorial, di far “allenare” gli utenti fin dall’inizio del gioco in modo che possano padroneggiare le doti del “nostro eroe”. Nonostante l’accortezza dei “ragazzi svedesi” nell’introdurre quest’aspetto, proprio “il braccio meccanico” è uno dei maggiori limite del gameplay di “Bionic Commando” a causa della calibrazione dei comandi non ottimali che condurrà a sequenze platform parecchi frustranti.
Il braccio meccanico di Nathan sarà sfruttabile non solo per avanzare negli scenari, aggrappandosi alle rovine degli edifici di Ascension City per sorvolare le residue sacche radioattive, ma anche per offendere, infatti, grazie ad alcune combinazioni dei tasti “Δ”, “X” e “O” potremo afferrare oggetti (automobili, insegne, ecc…) da scagliare contro chiunque o afferrare i nemici e lanciarli in aria o, ancora, agganciare gli avversari per renderli oggetto di attacchi acrobatici.
Oltre al braccio meccanico, Spencer, potrà far fuori i nemici utilizzando una pistola, una arma secondaria (fucile di precisione, lancia granate, fucile d’assalto e fucile a pompa) e delle granate.
Oltre al gameplay, un po’ legnoso, un’altra lacuna del gioco è la monotonia delle missioni. Durante tutta la durata dell’avventura ci sarà chiesto solo di uccidere gregari o mini-boss, attivare segnalatori e disattivare campi minati sospesi nell’aria da sfruttare con “il nostro braccio” per andare avanti. Questo canovaccio muterà solo nell’ultimo quarto di gioco con l’inserimento di maggiori scontri contro i boss e, in generale, per la presenza di sequenze più variegate: questo dispiace, perché se ci fosse stata la medesima varietà in tutto il gioco il risultato finale sarebbe stato molto diverso.
Un altro neo in questa produzione è l’IA tanto limitata da meritare l’appellativo di “Deficienza Artificiale”. Le uniche mosse in grado di sfoggiare i nostri avversari saranno movimenti laterali o “goffe capriole”, per i gregari, e attacchi ripetuti ciclicamente per i boss.
L’interattività non è male: se da un lato la distruttibilità è molto limitata, dall’altro la presenza di molti oggetti negli scenari da sfruttare negli attacchi con il braccio meccanico rende il gioco a tratti molto divertente.
Ultimo appunto per l’esplorazione: gli scenari sono molto lineari ma la presenza di vari oggetti da ricercare rende più attento il “girovagare”.
IL COMPARTO GRAFICO E SONORO – Discretamente nella media
Dopo l’attacco terroristico subito da Ascension City, Spencer sarà costretto a muoversi fra le rovine di una città devastata e sprofondata, in diversi punti, nell’acqua del vicino mare divenuta radioattiva. I ragazzi della Grin hanno saputo ricostruire questo quadro post-atomico piuttosto bene, sfoggiando a tratti scordi “paesaggistici” ben riusciti e parecchio suggestivi.
Per il resto il comparto grafico non si distingue per nulla di significativo: il character desing, fatta eccezione per Nathan abbastanza dettagliato, si dimostra poco ispirato, gli effetti particellari a tratti ridicoli (ma trovano una parziale giustificazione nell’impostazione arcade del gioco) e, in generale, il livello della resa grafica è “discretamente nella media” dei titoli next-gen.
Il comparto audio è leggermente migliore: non tanto per l’effettistica delle armi, che denuncia un campionamento ancora una volta di stampo arcade con suoni presi quasi di peso dalle sala-giochi anni 80, ma per la colonna sonora molto orecchiabile. Il doppiaggio è in inglese (nella media) sottotitolato in italiano.
LONGEVITA’ E MULTIPLAYER – Fast: “pure troppo!”
I giochi targati Grin non possono certo vantare una longevità eccelsa. Detto ciò, non vorrei essere ricordato in questo sito per essere un “persecutore” dei giochi dei “ragazzi svedesi” ma dopo le 4 ore di “Wanted: weapons of fate” abbiamo di nuovo un titolo portabile a termine in pochissimo tempo: solo 6-7 ore in base alle capacità dell’utente. È ovvio che un titolo venduto a prezzo pieno non può permettersi nulla del genere.
Il multiplayer on-line presenta le “classiche” modalità di gioco: “ruba la bandiera”, “tutti contro tutti” e “deathmatch a squadre”. È, tuttavia, chiaro che il multiplayer ha come unico obiettivo aumentare la longevità ma snatura la vera essenza di “Bionic Commando” gustabile solo nella modalità storia in singolo.
CONCLUSIONI – Nonostante tutto…
“Bionic Commando” ha molte lacune: gameplay legnoso, comparto tecnico solo discreto, longevità risicata, ma, nonostante tutto, non me la sento di etichettare il gioco come un completo fallimento. La presenza di diverse sequenze d’azione divertenti, di scontri con i boss appaganti e alcuni scorci di Ascension City sventrata dall’esplosione giustificano un acquisto, non certo a prezzo pieno, del titolo della Grin.
Nathan Spencer è tornato dopo la prigionia e non vede l’ora di “menare le mani”.
Pro:
– Alcune sequenze d’azione
– Alcuni scorci “paesaggistici”
Contro:
– Alcune sequenze frustranti
– Alla lunga ripetitivo
GIUDIZIO
Grafica 7,5
Sonoro 7,5
Gameplay 7,5
Trama 7,5
Longevità 6
Rigiocabilità 6,5
TOTALE 7,1
Autore: enea83